Manuela Gandini

Manuela Gandini disegna dal 2004 la sua collezione di gioielli, oggetti che sono vere e proprie esplorazioni della forma, contemporanei nello stile, innovativi per le tecniche di produzione. Manuela non solo disegna tutti i pezzi in collezione ma segue rigorosamente ogni passaggio della produzione: il risultato è un mix di tecnologia, design e accurato lavoro manuale per un pubblico non convenzionale. Ecco un bell’esempio di come sia possibile conciliare la propria passione estetica con la propria formazione, sperimentando nuove tecniche e materiali per arrivare a disegnare gioielli che possano essere portati nel tempo senza subire l’influenza delle mode. Ho conosciuto Manuela grazie ad amici comuni, condividiamo la stessa passione per il gioiello e soprattutto il fatto di esserci avvicinate a questo mondo in età “matura” con la consapevolezza di una passione che non è solo estetica ma anche di rigore e metodologia.

Qui un video che mostra come nascono le sue creazioni.

Manuganda photo shoot. September 2014

Manuela Gandini, a degree in Computer science and a passion for jewelry, here is my interview to the designer and founder of MANUGANDA brand

Since 2004, Manuela Gandini designs her jewelry collection; pieces that are pure shape exploration, contemporary items showing a strong innovation in production techniques. Manuela designs and carefully follows each production steps: the result is a mix of technology, design and detailed hand- work to reach out for a non conventional consumer. She is a nice example of how you can mix your aesthetic passion with your background, experimenting new materials and techniques in order to design jewelry that can be worn throughout the time without being influenced by trends. I met Manuela thanks to some common friends, we share the same passion for jewelry and we have approached the jewelry world in “mature” years with the understanding that it is not only an aesthetic passion but also pragmatism and methodology.

Here is a video that shows how she creates her jewelry.

MANUGANDA_collage catalogue 2014MANUGANDA_collage catalogue 2014_2

Vedo che ti sei affacciata al mondo del gioiello dopo una formazione ed esperienze diverse, cosa ti ha spinta ad iniziare questa sua nuova attività?

Una discreta manualità e la curiosità per le cose che mi circondano mi ha portato per anni a raccogliere oggetti e a trasformarli per farne ‘arredi’ per la casa e per il corpo. Una passione privata, contrapposta al mio vero lavoro molto tecnico e teorico. Il passaggio ulteriore e’ avvenuto in modo quasi naturale: sono diventata consulente IT a mezzo tempo per dare spazio ai gioielli e da 10 anni disegno e produco la mia collezione con il marchio Manuganda. Il progetto per certi versi e’ stato ambizioso perché ho deciso di portare avanti la mia idea di gioiello senza compromessi, perché auto-prodursi e trovare il pubblico giusto non e’ facile. E’ stato anche un percorso molto appagante che, basandosi sulla mia precedente esperienza su progetti complessi, negli anni si è arricchito delle relazioni con i collaboratori e i designer, delle opportunità e gli stimoli dati dalle mostre dove sono stata invitata a partecipare, del piacere della ricerca e della progettazione, delle gratificazioni dei clienti che hanno apprezzato il mio lavoro.

 Nelle tue creazioni usi dei materiali innovativi e particolari…in qualche modo un po’ “distanti” dal concetto classico del gioiello, come basi le sue ricerche?

La progettazione è l’aspetto più interessante del mio lavoro e la scelta dei materiali e delle tecniche migliori per lavorarli ne è parte integrante. La ricerca è importante, leggere articoli, visitare le fiere è sempre stimolante ma a volte si capita su un materiale per caso. Per esempio questa estate in Sardegna mi sono imbattuta in un piccolo giacimento di basalto. Ne ho raccolti dei pezzi, li ho fatti tagliare, li utilizzerò per una mini collezione di pezzi unici. Diversa invece è stata la scelta dell’alluminio per il gioiello modulare COMPO: in questo caso la scelta è stata voluta, per le caratteristiche di leggerezza di questo metallo. Scelto il metallo, ho poi lavorato sei mesi per arrivare a trovare la lega adatta e la tecnica corretta per la produzione.

Ergonomia e “arredo del corpo” mi sembrano i capisaldi delle tue creazioni, come definiresti i tuoi gioielli?

In tre parole: Forma, materia e progetto. Pezzi non convenzionali, facili da indossare, senza tempo.

Chi è la tua cliente tipo?

Una donna che ha uno stile personale, che interpreta il gioiello e non lo usa come status. Per quanto riguarda il pubblico maschile: ad oggi non ho ancora realizzato una collezione uomo, gli uomini tipicamente mi contattano per fare un regalo a una donna. Di solito mi trovano su internet dopo avere fatto delle ricerche cercando qualcosa di nuovo che non trovano nei negozi tradizionali. Sono i clienti migliori.

Il tuo sogno nel cassetto? 

Questo è veramente un sogno: Realizzare delle piccole collezioni molto preziose, vendere i pezzi all’asta e devolvere i proventi in beneficenza.

Dove vorresti che i tuoi gioielli fossero venduti?

In negozi che fanno ricerca, che promuovono prodotti innovativi di qualità, che sono attenti veramente al Made in Italy, che sono disposti a rischiare su Brand non conosciuti.

MANUGANDA_NASTRO+BOLD

Manuganda photo shoot. September 2014You began your career in the jewelry world after specific studies and different experiences. What brought you to jewelry?

A good craftmanship and a sense of curiosity for what is around me has brought me to collect objects and to stranform them into “furtniture” for the home and the body. A private passion in opposition to my real work which is much more technical and theorical. The additional step came in a natural way: I am an IT part-time consultant so, since ten years, I design and produce my own collection Manuganda. The project is ambitious beacause I have decided to stand behind my idea of jewelry without compromise. To produce and find the right consumer is not easy. It has been a fantastic journey. Starting with my previous experience to handle difficult projets in the years, I started having a team , meet with designers and being faced to different opportunities, for istance being invited to different exhibitions.

In your collections you use innovative and special materials… somehow a bit “far away“ from the classical jewelry concept, how do you organise your research?

Designing is the most interesting part of my job and choosing materials and finding the best techniques to assemble them is the core part. Research is important as much as reading articles, visiting fairs, but sometimes I find a material by chance. For example, this summer in Sardinia, I found myself in a basalt deposit. I took a few pieces, had them cut and now I will use them for a small collection of one of a kind pieces. Different was the choice of alluminium for the modular collection COMPO: here the choice has been specific because of the metal characteristics. Once I have selected the metal, it took me six months to come to the right alloy and the production technique.

Ergonomy and “body furniture” seem to be the main pillars of your collections, how would you define your jewelry?

In three words: shape, material and project. Non conventional pieces, easy to wear, timeless.

Who is your ideal consumer?

A woman with a personal style who interprets the jewelry and doesn’t use it as a status symbol. I haven’t yet designed a men’s collection. Men typically contact me for a gift for their partner. They usually find me on internet looking for something new: they are the best customers.

Your hidden dream?

This is really a dream: produce small hence very precious collections, sell the pieces at auction and give the money to some beneficial organizations.

Where would you like your jewelry to be sold?

At retailers that like to research, that promote innovative and quality products, that are careful to Made in Italy, that are ready to risk on non well known brands.

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